La Memoria di Babel. Recensione de L’Attraversaspecchi vol 3

Scritto da Antonio Agostinacchio

21 Mag, 2020

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Il mio voto

(4/5)

La Memoria di Babel, Trama

Dopo due anni e sette mesi passati a mordere il freno su Anima, la sua arca, per Ofelia è finalmente arrivato il momento di agire, sfruttare quanto ha scoperto nel Libro di Faruk e saputo dai frammenti di informazioni divulgate da Dio. Con una falsa identità si reca su Babel, arca cosmopolita e gioiello di modernità. Basterà il suo talento di lettrice a sventare le trappole di avversari sempre più temibili? Ha ancora una minima possibilità di ritrovare le tracce di Thorn?

«Babel è un Arca davvero stramba. Diversa da Anima quanto dal Polo, e Ofelia dovrà ambientarsi velocemente; imparare a sopprimere se stessa e far emergere l’identità fasulla che si è creata. Riuscirà a farsi strada in una terra straniera pur di raggiungere i suoi obiettivi?»

Dopo le puntate precedenti, con il parere su Fidanzati dell’Inverno prima e la recensione su Gli Scomparsi di Chiardiluna dopo, eccoci oggi con un nuovo appuntamento per la collana: “Una finestra sul fantastico” in compagnia de La Memoria di Babel, volume terzo della quadrilogia dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos. Fantasy Steampunk edito in Italia da Edizioni E/O, che sul finale esplode in rivelazioni da lasciarti impietrito, ma con un senso d’euforia che ti fa desiderare di avere il seguito tra le mani.

Se già il secondo volume era riuscito ad alzare l’asticella, il terzo si conferma allo stesso livello, con un finale ancor più entusiasmante di quello già da cardiopalma de Gli Scomparsi di Chiardiluna.

Perché ho detto “stesso livello” e non “livello superiore”. Semplicemente perché se il finale de La Memoria di Babel – a mio avviso – è un pizzico più entusiasmante rispetto al volume precedente, lo stesso non si può dire della prima metà del romanzo che, invece, per forza di cose (introduzione del nuovo mondo, ad esempio) parte con un ritmo più blando e ci mette un po’ a ingranare. Questi sono due aspetti che fanno sì che i romanzi, tirando le somme, si eguaglino.

C’è da dire che, valutare i singoli volumi che compongono una duologia, trilogia o quadrilogia che sia è una cosa che non amo fare. Per il semplice fatto che, pur arrivando al pubblico divise, soprattutto per una questione di fruibilità, ogni parte in fin dei conti è un tassello che va a completare un’opera complessiva; ogni parte, a suo modo, è funzionale all’intera trama e visione che ha l’autore/autrice. Perciò ritengo sia molto più corretto valutare l’opera complessiva di tutte le sue parti, che non una a una le varie sezioni.

Questo è anche uno dei motivi per il quale, per quanto il terzo volume abbia un inizio lento per necessità di trama, lo reputo al livello del secondo.

Rispetto ai precedenti capitoli, in questo terzo incontrerai molti personaggi nuovi e farai la conoscenza di due altri Spiriti di Famiglia che si confermano strambi come gli altri: Elena e Polluce.

Ma assisterai anche ad un’ulteriore crescita di Ofelia che, fingendosi un’altra per tutto il libro, alla fine scoprirà se stessa, dimostrandosi coraggiosa, tenace e in grado di proteggere anche le persone che ama.

Senza fare spoiler (come mio solito) posso dirti che, almeno per quanto mi riguarda, la trama ingrana e cambia completamente marcia all’entrata in scena di un personaggio che per tutta la prima parte è assente. Un personaggio che a mio avviso riesce a dare sempre, anche facendo poco e niente, quel pepe in più alla storia, poiché è caratterizzato bene come pochi altri presenti nell’Attraversaspecchi.

Una cosa che ho trovato piacevole è anche il punto di vista alternato tra Ofelia e un altro personaggio che preferisco non svelare, il quale per le caratteristiche che ha rende la narrazione molto interessante e diversa dal solito, più dinamica. E poi, dopo due libri in cui abbiamo visto il mondo solo dagli occhi di Ofelia, vederlo da quelli di qualcun altro è una ventata di aria fresca.

Il finale, come avevo accennato, è la vera ciliegina sulla torta de La Memoria di Babel. Un finale che davvero non mi aspettavo, con rivelazioni che mi hanno lasciato euforico e pieno di curiosità. Rivelazioni che mi hanno fatto venire voglia di avere già il quarto volume tra le mani.

Analizziamo i nostri soliti tre aspetti.

Personaggi

Anche in questo capitolo tutti ci vengono presentati ben caratterizzati, nei poteri quanto nella personalità, elementi che li rendono unici e inimitabili. Ciò è rafforzato dal “vizio” che ha la Dabos di esaspera le sue creature al tal punto da renderle grottesche, ma non meno efficaci o fastidiose, anzi. E tra principali, secondari e semplici comparse, farai la conoscenza di moltissime persone diverse e ben studiate.

Ambientazione

Babel si presenta come un Arca poliedrica, formata da genti provenienti da paesi differenti, con colture differenti e poteri famigliari differenti. Si passa dai senza poteri – figliocci di Elena – a quelli dotati – figliocci di Polluce – fino ai Lettori e agli Animisti. Come al solito l’autrice riesce a descrivere bene l’Arca proprio come aveva già fatto con Anima e il Polo, facendoti immergere nel crogiuolo di etnie presenti e in ciò che tale incontro comporta.

Intreccio e Trama

Se già i precedenti capitoli a livello di trama erano risultati intriganti, capaci di stuzzicare la curiosità e la fantasia del lettore, lo stesso avviene in questo capitolo. Ti trascina evento dopo evento, quasi per inerzia, fino alla fine in cui verità ti vengono sbattute davanti al naso, verità che ti permettono di guardare al capitolo conclusivo con occhi completamente diversi, con una consapevolezza diversa.

Ovviamente consiglio anche questo terzo volume. Fino a qui l’autrice francese non mi ha deluso e spero non lo faccia, a maggior ragione, nel capitolo conclusivo.

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