«Non si sentiva un principe. Non sarebbe mai stato un re. Non era fatto per essere un soldato, e non era sicuro di voler essere cattivo. Ma non era sicuro di avere la possibilità di decidere. L’unica cosa che sapeva era di essere potente. Abbastanza potente da causare la fine del mondo.»
Per la collana “Una Finestra sul Fantastico”, oggi voglio parlarvi di un libro targato Marvel. Un libro scritto dalla penna piacevole e scorrevole di Mackenzi Lee, già autrice della serie «The Montague Siblings». Stiamo parlando di Loki, Il giovane dio dell’inganno, edito in Italia dalla Osca Vault (editori anche de Il Priorato dell’Albero delle Arance del quale vi ho parlato qualche tempo fa), Loki è un romanzo fresco, divertente, avvincente, degno dei grandi film della Casa delle Idee.
È certamente un fantasy (per i chiari elementi magici e la natura divina del protagonista), eppure ha accenni di storico (per il periodo in cui viene ambientato) e di giallo, seppur molto lieve, (per le indagini che Loki svolge sulla terra… perdonatemi, Midgard!).
La domanda che preme in tutta la narrazione e che il protagonista si pone in ogni momento è una e una soltanto: possiamo davvero cambiare il nostro destino?
Bene, in Loki vedremo un uomo, più che un dio, all’affannosa ricerca di un’identità. Tenta in tutti i modi di essere accettato per quello che è. Combatte contro la discriminazione che il popolo di Asgard ha verso la magia; combatte contro una profezia che lo accompagna fin dall’infanzia e che lo taccia come il nemico numero uno del suo popolo e lotta contro le storie che sulla terra si tramandano da generazioni e che lo vedono come il cattivo delle storie, il bugiardo, l’ingannatore, il mostro.
Loki è un romanzo che nella sua leggerezza e nel suo far ridere, tocca temi importanti. Il pregiudizio e come sia difficile toglierselo di dosso una volta che la società ci etichetta in un certo modo. La ricerca di un’identità propria, problema che qualsiasi adolescente si ritrova ad affrontare. La discriminazione per ciò che siamo. Che siano barriere di genere o una caratteristica che abbiamo fin dalla nascita (nel caso di Loki il suo essere un mago). Vengono toccati temi come l’amore che supera qualsiasi pregiudizio, che cerca di svincolarsi dall’idea limitante che un uomo deve amare per forza una donna e viceversa. C’è un passo tra Loki e un umano, Theo, che è fantastico e sintetizza tale concetto. Te la riporto così com’è nel libro.
Theo distolse lo sguardo per primo. […]
«Hai una preferenza tra uomini e donne?»
«Mi sento a mio agio nei panni di entrambi.»
«No, non intendo… non tutti possiamo cambiare il nostro genere a piacimento.»
«Io non cambio genere. Esisto come uomo e come donna.»
L’ultima frase detta da Loki, racchiude un messaggio tanto potente che mi è risuonato in testa anche a distanza di giorni. Non me lo sono segnato, perché non sono solito prendere appunti mentre leggo, per cui capisci bene da te quanta forza di significato si nasconde in un semplice dialogo buttato lì.
Questo è Loki, un prodotto piacevole che strizza l’occhio ai personaggi Marvel che abbiamo imparato ad amare sul grande schermo. Mentre leggevo mi sembrava proprio di vedere le facce, il modo di parlare e gesticolare degli attori che l’interpretano al cinema. Eppure, ripeto, un prodotto d’intrattenimento come questo è stato capace di sorprendermi positivamente per la profondità dei temi trattati e il messaggio che vuole comunicare. Se amate il personaggio di Loki, amerete questo libro. Lo amerete perché vi permetterà di vedere un lato del dio dell’inganno che è stato solo accennato nei film. In seguito a questa lettura credo di capire Loki un po’ meglio di prima. Un ragazzo confuso la cui identità è stata decisa dal mondo intero prima ancora che potesse capire chi fosse realmente.
Personaggi
Oltre a Loki, tutti i personaggi a mio avviso sono ben fatti. Thor, Odino e tutti gli altri che abbiamo già avuto modo di conoscere sul grande schermo sono davvero fedeli a come me li ricordavo. Quelli inediti sono stati una piacevolissima scoperta. Ho amato alcuni dei personaggi presentati, soprattutto i personaggi della Terra che gli ho travati più umani (davvero?). Theo è sicuramente uno di quelli che più ho apprezzato.
Ambientazione
Come ho detto ha un accenno di storico proprio per l’ambientazione (non per Asgard, ovviamente). Il periodo in cui si svolge la vicenda è in piena epoca vittoriana e questo ci ha permesso di dare uno sguardo a una Londra devastata dall’inquinamento delle fabbriche. Una Londa sudicia, il cui degrado più volte viene sottolineato, grazie alla prospettiva di un estraneo come Loki.
Intreccio e Trama
La trama non è sicuramente il motivo primario per il quale ho trovato questo libro bello. È piacevole, con un colpo di scena degno di nota, ma sulla linea delle storie con le quali abbiamo familiarizzato nei cinema. La potenza di questo romanzo risiede nel messaggio che la storia vuole veicolare e non nell’intreccio di per sé. Intreccio, oltre tutto, abbastanza lineare.
Anche per questa recensione siamo arrivati alla fine. Tirando le somme posso dirvi che, se cercate una lettura non troppo impegnata, divertente, piacevole e che alla fine inaspettatamente vi lasci anche qualcosa, allora Loki, Il giovane dio dell’inganno fa per voi. Lo consiglio sicuramente.
Se vuoi leggere il mio parere di una saga che ho apprezzato molto, leggi le mie recensioni, no spoiler come sempre, sulla saga francese de L’Attraversaspecchi.